giovedì, aprile 27, 2006

Illustrazioni digitali per Avis - Pordenone

Sono tutte illustrazioni digitali utilizzate per il Calendario 2006 per l'AVIS di Pordenone.
Realizzate con tecnica digitale a computer.
Programma utilizzato Adobe Illustrator.



domenica, aprile 16, 2006

lunedì, aprile 10, 2006

PARIGI è sempre PARIGI!

Chi dovesse leggere in questo momento, probabilmente si metterà a sorridere. In effetti, nella vita ci sono dei momenti che ci portano a sorridere, ma ci sono anche dei momenti che ci portano a riflettere su quello che ci sta attorno.
Ormai è chiaro che non si può più considerare soltanto il nostro orticello, bisogna osservare attentamente anche quello che accade vicino al nostro Paese.
Parigi è sempre Parigi? Ho qualche dubbio in proposito, soprattutto se continuano gli scontri per il nuovo contratto di lavoro introdotto dal governo Francese ho l’impressione che Parigi non sarà più Parigi.
La cosa che lascia stupefatti è proprio perché questi scontri sono avvenuti in una città Europea, culla della civiltà da secoli e soprattutto in una città dove si credeva che l’integrazione tra i popoli di varie etnie fosse davvero reale, una città come può essere la stessa Londra, dove vivono migliaia di comunità differenti. Eppure, in questi paesi reputati tra i più civili al mondo è successo quello che nessuno pensava potesse accadere. A Londra per gli attentati della scorsa estate, se può essere una giustificazione, anche se provocati da figli di immigrati di vecchia data, può essere intravisto l’ombra del fanatismo religioso, ma a Parigi cosa ha spinto quei giovani a portare la loro protesta a un tale livello di violenza? Sarà davvero solo un malcontento generale per una Legge dello Stato che appare indubbiamente molto penalizzante per i più giovani o sotto sotto c’è dell’altro? In una intervista che ho letto proprio di recente a questi casseur, credo si chiamino così, che addirittura le ragazze partecipino a questi disordini solo con l’obiettivo di fare a botte con la polizia e se va bene di derubare i veri manifestanti, i passanti e i negozi di portafogli e quanto altro capiti a tiro.
Anche a Milano, recentemente, come a Genova, qualche anno addietro, abbiamo avuto una riprova di cosa può provocare l’odio, anche se dovuto, sembra, nel caso di Milano, ad un’avversa parte politica che manifestava le proprie idee, ma a Parigi le avvisaglie di un’inquietudine diffusa, e credo non solo verso la politica, si erano già fatte notare qualche mese addietro con le rivolte nelle periferie.
La cosa preoccupante, come ho già detto, è che questa insofferenza, chiamiamola così, nasce da persone che teoricamente dovrebbero sentirsi parte della società e non sentirsi come corpi estranei. Inutile affermare che la speranza è quella che non accada da nessun’altra parte quello che è successo e che sta accadendo in Francia, ma il timore che si possa verificare anche da noi non è del tutto fugato tanto più che una certa parte politica, non dico quale ma credo sia facile intuire di chi sto parlando, ha affermato che anche da noi accadrà senz’altro se le cose continuano così! Cos’è una minaccia o forse un timore o forse c’è già qualche cosa di organizzato pronto ad essere usato? Inquietante, a dir poco, come dichiarazione direi.
Capire da cosa nasca questo sentimento di odio, di rifiuto, nei confronti della società non credo sia cosa facile ne veloce, ma credo sia un argomento necessario da affrontare. L’integrazione è una strada obbligatoria da percorrere se vogliamo che il futuro non ci porti brutte notizie e drammi. Alcuni vecchi detti narrano che la storia si ripete e che la storia non ha insegnato niente. Spero, invece, che questa volta la storia qualche cosa la insegni, il muro contro muro non è mai servito e non servirà a nulla nemmeno in futuro.

F. Mariani

lunedì, aprile 03, 2006

Per il piccolo Tommy!

Per i prossimi 30 secondi, lascia ciò che stai facendo e approfitta di quest'opportunità per recitare una preghiera in ricordo del piccolo Tommaso.

"Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in Cielo così in Terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen"

Inviala ad altre dieci persone.
Poco dopo, dieci persone avranno pregato Dio per il piccolo Tommaso, e poi mille, ed altre ancora. Apprezza il potere di Dio nella tua vita e farai ciò che Lui desidera. Se non hai vergogna di fare questo, per favore inviala.

Gesù disse, "Se tu hai vergogna di me, io mi vergognerò di te davanti al Padre mio".

domenica, aprile 02, 2006

LA RESA DEI CONTI

Finalmente quasi ci siamo, finalmente vedremo se vince il buono o il cattivo, il bello o il brutto, il grasso o il magro. Sapete è da un po’ di tempo che ci penso e viste le ultime “tribune elettorali” tra i candidati dei vari partiti in lizza per le elezioni, più per forza che per piacere devo dire, mi è sorto uno stato d’animo che credo comune a tante e tante persone. Avevo una vocina che dentro di me diceva “cambia canale, fai altro, non guardare queste cose che ti fanno male”; peccato che dopo 35 anni non abbia ancora imparato a darle retta.
Ho visto persone e personaggi che si affannavano ad esprimere idee nuove(??), a controbattere e ribattere, a snocciolare dati, a montare e smontare tesi o teorie di questa o di quell’altra parte, a dire tutto e il contrario di tutto, a litigare e ad infervorarsi per niente o quasi, promesse di riduzioni di tasse con prelievo coatto seminascosto solo a chi se lo merita ma non a te che stai ascoltando in questo momento, agli altri si ma non a te!!
Del resto si sa, “quando il gioco si fa duro ……….i duri cominciano a giocare” citazione ormai mitica di Kurt Russel nel film Grosso guaio a Chinatown. Proprio questo affannarsi o meglio azzannarsi dei protagonisti per difendere a spada tratta contro tutto e tutti le proprie idee mi hanno fatto balenare in testa un pensiero un pochino strano. Da sempre ho pensato, forse in maniera utopistica, che la politica non dovesse essere un lavoro, ho sempre voluto credere che la politica doveva essere un impegno, una volontà di fare per migliorare le cose e migliorare il Paese in cui viviamo.
Questo pensiero sopravvenuto è stato: “vuoi vedere che la maggior parte di questi signori si agita tanto perché è la poltrona quello che vogliono mantenere prima di tutto?” Non che voglia parlare male per forza dei nostri politici attuali, però mi sento offeso, preso in giro, da quelli che, appartenenti a tutti gli schieramenti, intendiamoci, il problema non è di un colore o dell’altro, qui siamo in perfetta par condicio, altro non sanno fare se non solo il politico; da quelle persone che nella loro vita non si sono mai affacciati ad un lavoro inteso come tale. Quanti di questi signori sarebbero in grado di fare un lavoro vero, con onori ed oneri, invece di essere dove sono, riveriti e serviti?? Non voglio fare nomi per non offendere la sensibilità di nessuno, ma credo che non sia troppo difficile intuire di chi non parlo sia appartenente alla prima di repubblica sia della seconda.
Io credo che a molti dei nostri politici, e ripeto, di tutte le forze politiche, manchi una qualità molto semplice che li renderebbe più “umani” e più vicini alle necessità della gente normale, la gente che studia e che lavora e che fa andare avanti il nostro Paese e, soprattutto, permetterebbe a lor signori di farsi da parte quando è passato il loro “momento” smettendo di pensare che senza di loro il mondo non possa assolutamente andare avanti.
Qual è quella qualità?
Quella qualità è l’umiltà. E nemmeno tanta, ne basterebbe solo un po’.

Fabio Mariani - articolo tratto dalla newsletter del sito www.progettoprometeo.org