Mi ha lasciata basita in questi giorni il contrasto fra la gravità delle accuse mosse dal P.M. di Potenza Woodcock e accolte dal GIP contro il principe Vittorio Emanuele...e la leggerezza e superficialità con cui lui e il suo enturage stanno rispondendo alle accuse. Il principe è accusato di essere l'elemento centrale di un'organizzazione criminale con attività di gioco d'azzardo, riciclaggio, sfruttamento della prostituzione, tutti crimini testimoniati da numerose intercettazioni telefoniche di colloqui fra lui e vari attori dell'organizzazione, disposte dal PM stesso (solo una piccola parte dell'ampia indagine iniziata nel 2004). Lui si mostra sereno e fiducioso nelle Istituzioni, fiancheggiato dai suoi costosissimi legali, si difende dichiarandosi: " assolutamente innocente, estraneo a qualsiasi accusa". Altrettanto candide quasi infantili le dichiarazioni della moglie: " ...lui è pulito, non ha mai fumato nemmeno uno spinello.."; del cugino Amedeo d'Aosta: "persona influenzabile che non sempre ha avuto buoni consigli ...ma è una persona estremamente buona....di fondo."; della sorella Maria Gabriella al settimanale Oggi " povero fratello mio, se l'è proprio cercata, è caduto per supeficialità e infantilismo in giochi più grandi di lui"..; Sembrerebbe quasi che questo John Woodcock , PM di Potenza, svegliatosi una mattina con l'idea di far visitare la ridente città della Basilicata al principe Vittorio Emanule, abbia deciso di mettergli a diposizione una bella cella fresca con tanto di arresto e accuse infamanti inventate ad hoc. E invece forse bisognerebe rifletetre sul fatto che prima di far scattare le manette il PM ha dovuto motivare le sue accuse con prove e indagini che hanno costituito le 2000 pagine dell'atto d'accusa e presentarle di fronte al GIP, che le ha valutate attentamente prima di disporre l'arresto. Leggendo i testi delle chiamate riportati dai giornali emergono imbarazzanti volgarità, cinismo, disprezzo per le iniziative di beneficenza a cui presenziava. Scoprire le pecche di una famiglia come la sua, sempre elegante e impeccabile nei modi e nell'impegno a favore di iniziative benefiche è deludente. Dispiacerebbe leggerlo di qualsiasi personaggio pubblico ma trattandosi di lui dispiace ancora di più, forse da un principe ci si aspetta una nobiltà di modi e d'animo all'altezza del suo rango. Un pricipe appartiene alla storia, può commettere dei crimini, ma la bassezza di questi di cui è accusato oggi abbassano quella nobiltà che doveva sollevarlo in alto, come esempio per tutti.
Teresa Manicardi
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