mercoledì, novembre 22, 2006

Italian Blogs for Darfur




Avete mai sentito parlare del DARFUR?

È un’area grande quasi due volte l'Italia e situata nella parte occidentale del Sudan, stato dell'Africa centro-orientale e delimitata da Ciad, Egitto, Etiopia, Libia, Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Repubblica Centroafricana e Kenia, ed è in corso un violentissimo conflitto interno fra gruppi armati locali e milizie filo-governative.
Il genocidio Darfur è iniziato quando le aziende petrolifere Francesi misero il naso in un’area che praticamente galleggia nel petrolio. Nessuna guerra etnica o religiosa “semplicemente” una guerra di interesse.

In Darfur si consuma lentamente la distruzione umana senza che il mondo se ne accorga. Ma si, che ce ne frega di quei poveracci, noi adesso dobbiamo pensare ai problemi della finanziaria, all’abbonamento di 11 euro di SKY, al calcio oramai corrotto, alla fiera del lusso, ad Adriano Celentano e il suo ultimo libro, al matrimonio di Tom Cruise….

Le stime dei morti in Darfur vanno da 50.000 ai 450.000 e non è concepibile.
Secondo la maggior parte delle associazioni non governative comunque il numero si aggirerebbe sulle 400.000 unità.
Per questo vorrei che ognuno di noi riflettesse e riservasse un posto nel suo cuore a questo conflitto che dura ormai da molti anni.
Vorrei che i media parlassero di DARFUR come quando parlano dei reality, in modo da espandere la notizia a tutti senza risparmiare nessuno.
Vorrei che si diffondesse e risuonasse più di una pubblicità di un telefonino, più di nuovo orologio e di una nuova macchina, mi piacerebbe che Darfur potesse essere l’esempio per combattere l’ignoranza del mondo.

Per questo ci uniamo all’appello di Italian Blog for Darfur (http://www.itablogs4darfur.blogspot.com) affinché questo spaventoso disastro non venga ignorato dai mass media come è successo fino a oggi, per questo faccio appello ai lettori più sensibili affinché aderiscano alla campagna di Italian Blog for Darfur e firmino la petizione on-line per una maggiore visibilità di questa tragedia. Perché non succeda più che un parlamentare della Repubblica Italiana non sappia dove anzi cosa sia il Darfur, di questo le “Iene” sono state interpreti esemplari.

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