domenica, aprile 02, 2006

LA RESA DEI CONTI

Finalmente quasi ci siamo, finalmente vedremo se vince il buono o il cattivo, il bello o il brutto, il grasso o il magro. Sapete è da un po’ di tempo che ci penso e viste le ultime “tribune elettorali” tra i candidati dei vari partiti in lizza per le elezioni, più per forza che per piacere devo dire, mi è sorto uno stato d’animo che credo comune a tante e tante persone. Avevo una vocina che dentro di me diceva “cambia canale, fai altro, non guardare queste cose che ti fanno male”; peccato che dopo 35 anni non abbia ancora imparato a darle retta.
Ho visto persone e personaggi che si affannavano ad esprimere idee nuove(??), a controbattere e ribattere, a snocciolare dati, a montare e smontare tesi o teorie di questa o di quell’altra parte, a dire tutto e il contrario di tutto, a litigare e ad infervorarsi per niente o quasi, promesse di riduzioni di tasse con prelievo coatto seminascosto solo a chi se lo merita ma non a te che stai ascoltando in questo momento, agli altri si ma non a te!!
Del resto si sa, “quando il gioco si fa duro ……….i duri cominciano a giocare” citazione ormai mitica di Kurt Russel nel film Grosso guaio a Chinatown. Proprio questo affannarsi o meglio azzannarsi dei protagonisti per difendere a spada tratta contro tutto e tutti le proprie idee mi hanno fatto balenare in testa un pensiero un pochino strano. Da sempre ho pensato, forse in maniera utopistica, che la politica non dovesse essere un lavoro, ho sempre voluto credere che la politica doveva essere un impegno, una volontà di fare per migliorare le cose e migliorare il Paese in cui viviamo.
Questo pensiero sopravvenuto è stato: “vuoi vedere che la maggior parte di questi signori si agita tanto perché è la poltrona quello che vogliono mantenere prima di tutto?” Non che voglia parlare male per forza dei nostri politici attuali, però mi sento offeso, preso in giro, da quelli che, appartenenti a tutti gli schieramenti, intendiamoci, il problema non è di un colore o dell’altro, qui siamo in perfetta par condicio, altro non sanno fare se non solo il politico; da quelle persone che nella loro vita non si sono mai affacciati ad un lavoro inteso come tale. Quanti di questi signori sarebbero in grado di fare un lavoro vero, con onori ed oneri, invece di essere dove sono, riveriti e serviti?? Non voglio fare nomi per non offendere la sensibilità di nessuno, ma credo che non sia troppo difficile intuire di chi non parlo sia appartenente alla prima di repubblica sia della seconda.
Io credo che a molti dei nostri politici, e ripeto, di tutte le forze politiche, manchi una qualità molto semplice che li renderebbe più “umani” e più vicini alle necessità della gente normale, la gente che studia e che lavora e che fa andare avanti il nostro Paese e, soprattutto, permetterebbe a lor signori di farsi da parte quando è passato il loro “momento” smettendo di pensare che senza di loro il mondo non possa assolutamente andare avanti.
Qual è quella qualità?
Quella qualità è l’umiltà. E nemmeno tanta, ne basterebbe solo un po’.

Fabio Mariani - articolo tratto dalla newsletter del sito www.progettoprometeo.org

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